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Decreto Sicurezza: il testo approvato in Senato

Espulsioni, perché e come
L’espulsione – che può essere adottata sulla base di «segnalazioni motivate dal sindaco del luogo di soggiorno del cittadino dell’Unione o del suo famigliare» – non può essere motivata da ragioni estranee ai comportamenti individuali. A disporre l’allontanamento per motivi di ordine pubblico o sicurezza dello stato è il ministro dell’interno con atto motivato. Per motivi di pubblica sicurezza, è il prefetto: l’interessato deve lasciare il territorio nazionale non prima di un mese o 10 giorni nei casi più gravi. Il divieto di reingresso non può essere superiore a 5 anni. Espulsione immediata, invece, per motivi imperativi di pubblica sicurezza (minaccia concreta, effettiva e grave alla dignità umana, ai diritti fondamentali della persona o all’incolumità pubblica). L’allontanamento è disposto dal questore (possono intervenire anche il ministro dell’interno e il prefetto). L’esecuzione è sospesa fino alla convalida del giudice con decreto motivato entro le 48 ore successive, durante le quali gli interessati sono trattenuti nei Cpt o presso le questure. Il prefetto dispone l’allontanamento per cessazione delle condizioni che determinano il diritto di soggiorno, come la mancanza di «risorse economiche sufficienti».
Discriminazioni
Si fa riferimento all’art. 13 del trattato di Amsterdam contro discriminazioni «fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali». Reclusione fino a 3 anni per chi incita a commettere o commette atti di discriminazione.

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