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Decreti di condanna penale contro i compagni di movimento a Palermo

Il comunicato di solidarietà del comitato antirazzista Cobas. Prevista per sabato 28 dicembre una iniziativa di sostegno alle compagne/i denunciati

Siamo stati condanna@ e non è una novita.
Condannati a pagare multe assurde, con motivazioni ridicole, con il perverso strumento del decreto penale. Ovvero la Digos ti fa una foto oggi e domani (o meglio 4 anni dopo) la Procura ti manda una letterina in cui ti informa che, senza che tu ne sapessi niente, sei stato processato e condannato e adesso, visto che lo Stato è buono e per nulla repressivo, invece di un tot numero di giorni di carcere ti da la possibilità di pagare una multa. Ah!, per inciso, se la paghi ammetti di aver compiuto un reato che neanche ti ricordi di avere commesso.
I motivi di queste condanne? I soliti …
Siamo stati condanat@ perchè siamo sces@ in piazza per dire no, una delle tante volte in cui Israele, con l’arroganza di sempre, sterminava il popolo palestinese, privandolo della vita oltre che del diritto a costruire il proprio futuro nella propria terra, “armati” di megafono e volantini che promuovevano le campagne di boicottaggio dei prodotti israeliani.
Il 27 dicembre del 2008 Israele iniziò la massiccia operazione di guerra contro gli abitanti di Gaza che durò fino al 18 gennaio; nell’offensiva israeliana morirono 1.387 palestinesi, in gran parte civili, 320 erano i minorenni e 111 le donne. Le associazioni di diversi paesi si mobilitarono; la striscia di Gaza, dopo l’operazione era quasi totalmente distrutta. Il 27 dicembre 2009. durante l’operazione “Piombo fuso”, la società civile palestinese aveva lanciato un appello che al mondo, proponendo di intervenire sui gangli economici, culturali, politici che tengono lo Stato di Israele: l’appello chiedeva di rilanciare con convinzione la Campagna BDS per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni verso l’economia di guerra israeliana. Il boicottaggio venne identificato come arma politica perfetta da usare contro un’economia “fortemente dipendente dal commercio con l’estero”, come quella di Israele, unica possibilità di contrastare il sistema coloniale israeliano, le sue politiche di genocidio e di aparteheid, di occupazione della terra palestinese e di sfruttamento delle sue risorse.

Nel BDS Day of Action del 2009, moltissimi tra sindacati, organizzazioni non-governative e studentesche, partiti politici e gruppi sociali in oltre 40 città in tutto il mondo hanno risposto all’invito – lanciato durante il World Social Forum del 2009 – a intraprendere un’azione coordinata di BDS a livello globale. Il 30 Marzo del 2009, in in occasione della Giornata della Terra in Palestina, in tutto il mondo si sono lanciate iniziative in solidarietà con il popolo palestinese, per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) ai danni di Israele.
Anche a Palermo, il Collettivo Universitario “20 Luglio” di Scienze Politiche aveva promosso un volantinaggio informativo a cui aderirono diverse realtà cittadine, tra cui anche noi cobas-antirazzist@; l’iniziativa si proponeva di coinvolgere i cittadini ad un atto responsabile di consumo critico, invitando i consumatori a non comprare alcuni prodotti ed inviare alle aziende lettere di protesta, chiedendo l’immediata e definitiva cessazione di ogni atto di guerra nei territori occupati. Il volantinaggio è stato seguito, per tutto il tragitto dalla facoltà di Scienze Politiche alla stazione centrale, dagli agenti della Digos; all’interno dei locali della stazione centrale siamo stati fermati ed identificati e giunti davanti all’ipermercato Auchan, dove era previsto un momento informativo, siamo stati accolti da un folto presidio delle forze dell’ordine, ben assortito tra polizia, carabinieri, vigili urbani e Digos.
Ma non solo. Siamo stati condanat@ anche perchè ci siamo opposti a questo stato repressivo, una delle tante volte in cui ha risposto con manganellate, carcere e arresti indiscriminati alle legittime rivendicazioni degli studenti che, urlando in strada, con rabbia, il diritto ad un’istruzione e a un futuro diversi, contrastavano l’idea che 8 potenti potessero decidere il destino di interi popoli.
A Torino, il 19 maggio 2009, in occasione del G8 dell’Università, ci fu una partecipatissima manifestazione nazionale degli studenti, che da tutta Italia si erano radunati per assediare i grandi del mondo e denunciare la distruzione dell’Università pubblica in atto da anni e la trasformazione di una Università-Azienda, funzionale solo ad esigenze di profitto e di mercato, che seleziona i saperi utili alle imprese, immiserendo la formazione e la ricerca, precarizzando il lavoro universitario ed espellendo ricercatori, docenti e studenti non subordinati alle logiche aziendali. Era il 9 luglio del 2009 quando la procura di Torino ordinò l’arresto di 21 persone, per gli scontri avvenuti in quella manifestazione; il pubblico ministero di Torino, che ha ordinato l’arresto, aveva motivando le misure di custodia additando il pericolo di reiterazione dei reati, anche “in vista dell’imminente apertura dei lavori del G8 dell’Aquila”. Durante la conferenza stampa fu chiaro il tentativo d criminalizzare con quei 21 studenti un’intera stagione di lotte. “Abbiamo indagato contro i vionenti – spiegò il procuratore di Torino Giancarlo Caselli -, non è intenzione della Procura colpire singoli gruppi politici o controculturali, ma video e foto dimostrano però che, poco prima di arrivare al Castello del Valentino, in 300 si coprono il volto con sciarpe, caschi e cappucci, sollevano scudi di plexiglass e da un cassonetto, estraggono mazze, piccozze, fumogeni e caschi”. Contro questi arresti e le accuse di Caselli tutta l’Italia si mobilitò. A Palermo, in poche ore, si organizzò un corteo spontaneo per chiedere l’immediato rilascio degli studenti arrestati. Circa 200 studenti e precari hanno sfilato per le vie del centro storico per chiedere la liberazione di 21 studenti arrestati.
Questi i motivi.
C’erano state denunce anche prima e processi, ricorsi, appelli. E tanti ce ne saranno, perchè in situazioni analoghe non resteremo a casa in silenzio, perchè non rinunciamo alla politica fuori dalle lobbies di potere e fuori dagli schemi, perchè non vogliamo padrini, non mettiamo nel cassetto dei ricordi una prassi politica antagonista che rivendica le strade e le piazze come luoghi di contro-informazione e conflitto, perchè non rinunciamo a gridare davanti i Cie-lager, i Cara o le carceri o a prendere posizione contro lo sfruttamento del lavoro, contro le politiche di distruzione dello stato sociale e contro ogni forma di riduzione delle libertà sindacali.
Verranno altre denunce e altre condanne, perchè non siamo rimasti in silenzio dal 2009 ad oggi e perchè neanche a questo giro abbiamo intenzione di fermarci, anzi continueremo a rivendicare il diritto al reddito, al salario, alla libertà di circolazione, cosi come continueremo a scendere in piazza contro le guerre di aggressione imperialista, non smetteremo di presidiare la nostra terra per liberarla dall’occupazione indegna delle basi militari, visto che sogniamo un mediterraneo di pace.
In sintesi, continueremo a fare politica, anche e soprattutto quando non saremo autorizzati dal potere.
E continuiamo, perchè non siamo sol@, in questo anni non lo siamo mai stat@ e la solidarietà di compagne e compagni ci ha difeso e protetto. E oggi quella solidarietà la chiediamo ancora una volta (e forse … non sarà l’ultima), una solidarietà concreta per sostenere le gravose spese legali; siamo determinat@ e ottimist@, perchè, anche se siamo un pò invecchiat@ e incasinat@ da assurde vite precarie, ci ostiniamo a costruire concrete alternative sociali, politiche e sindacali.
SABATO INIZIATIVA-BENEFIT PER I COMPAGNI VITTIME DEI DECRETI PENALI DI CONDANNA
L’evento si svolgerà nei locali della Federazione L’ARCA in Piazza Casa Professa n°1 (esattamente di fronte la Chiesa di Casa Professa)

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