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Cremona: L’arroganza del potere non ha limiti. Arrestati Emilio e altri sei compagni del Csa Dordoni

L’arroganza del potere non ha limiti. Essere antifascisti è ridiventato un reato in questo nostro paese dove devastatori e
torturatori sono giustificati e protetti.
Il compagno Emilio del Csa Dordoni di Cremona, qualche tempo fa ridotto in fin di vita dalle spranghe dei fascisti rimasti impuniti , ora, proprio in relazione all’aggressione subita, è stato messo agli arresti domiciliari con altri quattro compagni, mentre due di loro sono stati portati in carcere.
Grande è la rabbia e la tristezza per questo mondo capovolto, per questa nostra società inerte, dimentica dei morti partigiani e di quanto sia invincibile un popolo che decide di ribellarsi.
Siano al fianco di Emilio e dei compagni del Dordoni e ne chiediamo l’immediata liberazione.
Contro i fascisti vecchi e nuovi, perché la Liberazione non si riduca a vuota celebrazione, ma torni a vivere e ad agire, ora e sempre Resistenza!

Di seguito il comunicato dei compagni e delle compagne del CSA Dordoni.Questa mattina, venerdì 10 aprile, sono stati tratti in arresto 2 compagni, Are e Alberto, che si trovano attualmente al carcere Ca’ del Ferro di Cremona, e 5 compagni, Gian, Jonny, Pippo, Roma ed Emilio, che si trovano invece ai domiciliari, in merito all’aggressione fascista subita domenica 18 gennaio scorso, di fronte alla sede del C.S.A. Dordoni, nella quale lo stesso Emilio è rimasto gravemente ferito, rischiando di perdere la vita. Insieme ai nostri compagni sono stati posti in custodia anche vari esponenti di CasaPound, con accuse che vano dalla rissa al concorso in tentato omicidio.
“Il Dordoni ha organizzato l’agguato. Casa Pound ha poi oltrepassato il limite della legittima difesa”: questa la fantasiosa ricostruzione dei fatti del questore Rossetto, un primo spunto dal quale comprendiamo la politicità dei provvedimenti posti in atto questa mattina nei confronti dei compagni del centro sociale che nel pomeriggio del 18 gennaio, dopo il derby Cremonese-Mantova, sono stati provocati e vigliaccamente aggrediti da una squadraccia di fascisti, sia cremonesi che loro camerati di altre città, assolutamente slegati dal tifo locale.
Durante la colluttazione Emilio è caduto sotto i colpi dei militanti di CasaPound, che si sono selvaggiamente accaniti su di lui, lasciandolo in fin di vita. Nonostante ciò, a tre mesi di distanza dai fatti, la questura pone sullo stesso piano aggressori e aggrediti, criminalizzando chi ha la sola colpa di essersi difeso e aver evitato il peggio.
Sin dall’apertura della sede di CasaPound ne denunciamo la pericolosità e nonostante i nostri continui richiami alle autorità locali e alle varie e reiterate provocazioni squadriste non è stato mosso un dito contro queste canaglie (basti pensare alle prevedibili menzogne del questore stesso che dopo i gravissimi fatti del 18 gennaio aveva dichiarato i locali che ospitano CasaPound chiusi e in vendita).
Non ci stupisce che chi con i fascisti è connivente e permette agibilità ad azioni squadriste simili abbia adottato quest’oggi delle misure che non esitiamo a definire “cilene” per reprimere compagni che da anni sono impegnati nelle lotte sociali, sia sul territorio cittadino che nazionale, con l’espressa volontà di impedirne la partecipazione a ricorrenze come il 25 aprile o mobilitazioni come il NoExpo di maggio.
Da qui emerge in modo chiaro e netto la posizione eminentemente politica che stanno svolgendo oggi la procura e la prefettura di Cremona, che con un accanimento senza precedenti tentano di reprimere le lotte, colpendone in modo scientifico gli animatori: perciò vogliamo il termine immediato delle misure cautelari e la liberazione istantanea di tutti i compagni.

Questa repressione non basta a fermare la nostra progettualità politica e i nostri percorsi di lotta!

L’antifascismo non si processa!

Ad Are, Alberto, Gian, Jonny, Pippo, Roma ed Emilio la nostra piena vicinanza e solidarietà:
liberi tutti, liberi subito!

Le compagne ed i compagni

 

Per scrivere ai compagni attualmente in carcere i recapiti sono:

Michele Arena, Casa circondariale ‘Ca del Ferro’, via Palosca 2, Cremona

Alberto Birzi, Casa circondariale ‘Ca del Ferro’, via Palosca 2, Cremona

 

La solidarietà è un’arma, usiamola!

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