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Compleanno in carcere per Ahed Tamimi, processo rinviato

Il processo doveva proseguire con una nuova udienza il 31 gennaio, nel giorno del compleanno della ragazza. Il procedimento penale è stato rinviato e riprenderà il 6 febbraio

Ad Hebron e altre località della Cisgiordania sono previste oggi e domani iniziative per chiedere la scarcerazione immediata di Ahed Tamimi in occasione del 17esimo compleanno della ragazza palestinese del villaggio di Nabi Saleh arrestata a dicembre e sotto processo per aver schiaffeggiato due soldati israeliani davanti la sua abitazione.

  A metà gennaio i giudici militari israeliani hanno deciso che Ahed Tamimi resterà in carcere per tutta la durata del processo che doveva proseguire con una nuova udienza domani, nel giorno del compleanno della ragazza. Il procedimento penale è stato rinviato e riprenderà il 6 febbraio.

Contro la ragazza sono stati presentati ben 12 capi di accusa e, legge militare israeliana alla mano, Ahed Tamimi rischia una condanna fino a 14 anni di carcere. Una sentenza così dura è improbabile, grazie anche alla campagna internazionale a favore della ragazza palestinese che vede in prima  linea anche Amnesty Internationale e Human Rights Watch, ma la 17enne rischia comunque una pena molto pesante se messa in relazione ai “reati” che le vengono contestati.

Da segnalare che nei giorni scorsi l’ex ambasciatore israeliano negli Usa, Michael Oren, ora uomo politico e parlamentare, ha avviato con altri una campagna contro la famiglia Tamimi, arrivando a sostenere che la loro non sarebbe una protesta genuina contro l’occupazione militare israeliana ma una messinscena volta ad “ingannare” l’opinione pubblica internazionale mediante “l’uso” attori ed attrici dalle sembianze “occidentali e non palestinesi”, come Ahed Tamimi, di carnagione chiara, con i capelli rossi e senza velo. Una congettura che la famiglia Tamimi e i palestinesi hanno respinto ed etichettato come “razzista” e frutto dei pregiudizi di Michael Oren.

Intanto sul piano diplomatico cerca di far sentire la sua voce l’Autorità nazionale palestinese. L’Anp, attraverso il ministro degli esteri Riad al Malki, ieri ha fatto sapere che a febbraio chiederà al Consiglio di Sicurezza di valutare la piena adesione della Palestina all’Onu. Chiederà inoltre protezione internazionale per il popolo palestinese sotto occupazione israeliana e non esclude di portare davanti alla Corte internazionale di giustizia il “Piano del secolo”, la presunta proposta di pace di Donald Trump per il conflitto israelo-palestinese, in risposta al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele fatto il 6 dicembre dalla Casa Bianca.

Dimostranti palestinesi oggi a Betlemme hanno ostacolato, con lanci di pomodori, la partecipazione di esperti del consolato americano ad un seminario economico organizzato dalla locale Camera di Commercio, per protestare contro il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele  fatto dal presidente Donald Trump lo scorso 6 dicembre. Alcuni dei manifestanti hanno sferrato calci ai SUV con la targa diplomatica Usa mentre entravano nella sede dove era in corso il seminario. Intanto la Commissione affari esteri del Parlamento della Slovenia si prepara domani ad approvare una risoluzione che riconosce lo Stato indipendente della Palestina e che, con ogni probabilità, sarà poi votata a larga maggioranza dall’assemblea parlamentare. Lo stesso dovrebbe fare nelle prossime settimane il governo sloveno

da Nena News

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