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Catania, La Piazzetta: quando la Repressione porta via con sé i libri e la cultura di strada

Da qualche anno a Catania viviamo una piazza come le tante abbandonate a se stesse in questa città. Nel tempo abbiamo provato a trasformarla, e ci siamo riusciti,  in uno spazio liberato dalle logiche del nostro sistema, facendone uno spazio di aggregazione alternativa, con laboratori gratuiti, una libreria popolare a cielo aperto e tanti momenti di arte e cultura.
È proprio qui che è nata la nostra comunità, composta da  studenti medi, universitari, giovani lavoratori e disoccupati.
La Piazzetta è per sua natura un luogo di conflitto politico, che si oppone alle dinamiche della nostra società e che fa tanta paura ad amministrazione comunale e questura, proprio per la capacità di aggregare tantissimi giovani e dimostrare che la volontà di soggetti organizzati può davvero cambiare le cose.
In questi anni la repressione non ci ha mai risparmiati: fiumi di denunce sono arrivati contro il nostro impegno e molti di noi oggi hanno sulle spalle vari provvedimenti giudiziari, ma quello che è accaduto tra domenica pomeriggio e lunedì mattina ha davvero dell’incredibile.
Mentre in giro per Catania la polizia applicava le norme sul decoro urbano volute dal governo e seguite alla lettera dal sindaco PD Enzo Bianco, allontanando venditori ambulanti e senza tetto dalle strade del centro, qualche volante di polizia e una camionetta dell’esercito stazionavano in Piazzetta. L’ultima volta che qualcuno di noi era passato, la libreria, i vasi adibiti a posacenere, le scope e le palette che usiamo per pulire la piazza e le panche di pallet utilizzate durante i nostri laboratori, erano ancora lì. Qualche ora dopo la libreria era scomparsa e la mattina dopo anche tutto il resto era stato portato via.
Nelle ultime settimane la Piazzetta è stata sorvegliata continuamente dalla polizia, avvistata anche dagli abitanti del quartiere a frugare tra i cespugli in cerca di non sappiamo bene cosa quando noi non c’eravamo.
Tutti questi fatti ci danno la consapevolezza, sepour non la certezza, della volontà della Questura di Catania e dell’amministrazione comunale di frenare il nostro lavoro. Come in ogni momento di crisi, il potere capitalista inasprisce la repressione verso chi non è in linea con l’ordine costituito.
Lo abbiamo visto proprio in questi giorni con la violenza fisica usata contro i manifestanti di Amburgo durante il vertice del G20 e lo abbiamo visto con lo smantellamento della nostra Piazzetta. Proprio come chi in questi giorni si è recato ad Amburgo per esprimere il proprio dissenso a uno stato di cose inaccettabile, anche le ragazze e i ragazzi della Piazzetta lottano ogni giorno contro le diseguaglianze e le giustizie per un mondo nuovo.
In ogni caso, anche questa volta, abbiamo subito rialzato la testa: una grande assemblea partecipata da decine e decine di giovani e meno giovani è stata la risposta di un quartiere e di una città ai metodi coatti utilizzati dalle istituzioni; giovedì sera, dopo un momento di teatro popolare sotto le stelle, ricostruiremo con il quartiere e chiunque vorrà sostenerci, tutto ciò che faceva ormai parte della Piazzetta, in particolare quella libreria simbolo di cultura gratuita e aperta a tutti che tanto ha infastidito sindaco e questura.
LA PIAZZETTA NON SI TOCCA, NÉ ORA NÉ MAI!

 

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