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Caso Ferrulli, assolti i poliziotti che lo picchiarono

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Sono stati tutti assolti, anche in appello, i quattro agenti di polizia finiti sotto processo per la morte di Michele Ferrulli, il manovale di 51 anni stroncato da un arresto cardiaco la sera del 30 giugno 2011 dopo essere stato bloccato a terra e ammanettato da quattro poliziotti intervenuti per schiamazzi notturni in via Varsavia, alla periferia est di Milano. I giudici della Corte d’assise d’appello del capoluogo lombardo hanno confermato questo pomeriggio la sentenza di assoluzione già emessa al termine del procedimento di primo grado, nel luglio del 2014.

Dura la reazione di Domenica Ferrulli, figlia di Domenico, che si è costituita parte civile contro i quattro agenti di polizia: “È una sentenza vergognosa”, è stato il primo commento della donna, presente in aula al momento della lettura del verdetto assolutorio. Niente da fare nemmeno per le richieste del magistrato, lo Stato si è assolto un’altra volta “E’ una sentenza vergognosa arrivata solo perché sul banco degli imputati c’erano quattro appartenenti alle forze dell’ ordine”, ha dichiarato, in lacrime, Domenica Ferrulli, figlia di Michele  “Con questa sentenza – ha aggiunto – perde l’Italia intera, ma noi non ci fermeremo e andremo avanti perché mio padre deve avere giustizia“. Domenica Ferrulli, in aula insieme a Lucia Uva, la sorella di Giuseppe Uva, morto nel 2008 all’ospedale di Varese dopo esser stato arrestato e portato in una caserma dei carabinieri (il processo di primo grado è finito con l’assoluzione di due carabinieri e sei poliziotti) ha già preannunciato ricorso in Cassazione: “Non ci fermeremo – ha assicurato – voglio giustizia per mio padre”.

Il procuratore generale Tiziano Masini, nel corso della sua requisitoria, aveva invece chiesto di ribaltare la sentenza di primo grado, chiedendo la condanna a 7 anni e 8 mesi di carcere per gli agenti di polizia Francesco Ercoli e Michele Lucchetti, imputati per omicidio preterintenzionale e falso ideologico. Il magistrato aveva invece deciso di contestare un’accusa meno grave, ossia quella di eccesso colposo nell’uso dei mezzi di costrizione fisica, per gli altri due poliziotti, Sebastiano Cannizzo e Roberto Stefano Piva (18 e 16 mesi di reclusione). «Non intendiamo soffermarci sulla presenza o meno di manganelli, sulle lesioni, sul fatto che siano saliti sopra la schiena o meno – disse il pm nella sua requisitoria, lo scorso marzo –, è più che sufficiente che sia stato effettuato un arresto illegale». Il pg Masini aveva sostenuto che i quattro agenti avevano messo in atto contro Ferrulli “un arresto illegale e arbitrario” e che comunque ad un “oltraggio a pubblico ufficiale, per cui non è previsto il provvedimento, non possono seguire addirittura violenze da parte delle forze dell’ordine”. Il magistrato aveva parlato in più occasioni di “botte” e “percosse”.

Ma per tutti gli uomini in divisa è arrivato l’ennesimo colpo di spugna dopo alcune ore di camera di consiglio seguite alle repliche delle parti di questa mattina. (da Contropiano)

Il commento a caldo,  ai microfoni di Radio Onda d’Urto,  di Lucia Uva, sorella di Giuseppe Uva – altra vittima di omicidio di Stato – che era presente in aula a fianco della figlia di Michele. Per il caso Uva il processo di primo grado è finito con l’assoluzione di due carabinieri e sei poliziotti qualche mese fa. Ascolta o scarica

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