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Carceri: detenuto suicida a Padova

Un detenuto, Alessandro Braidic, 32 anni, si è impiccato ieri all’interno della sua cella, nella Casa di Reclusione Due Palazzi di Padova. L’uomo avrebbe usato per il suicidio il cavo elettrico della televisione. Secondo una prima ricostruzione sembra che l’uomo sia rimasto da solo per pochi istanti, sufficienti però a concretizzare le sue intenzioni. L’uomo avrebbe dovuto scontare una condanna fino al 2039. Sulla vicenda sta indagando la polizia.

Detenuto s’impicca con il cavo della tv (Il Mattino di Padova)

Si è attorcigliato il cavo elettrico della televisione intorno al collo e l’ha fatta finita impiccandosi. Alessandro Braidic, 32 anni, detenuto della Casa di reclusione condannato ad una pena che lo obbligava a rimanere in carcere fino al 2039, si è tolto la vita ieri pomeriggio all’interno della sua cella. A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo. È successo nel pomeriggio. Braidic, alle spalle una serie di reati come rapina e omicidio colposo, si è ucciso nella cella singola che aveva richiesto fin dal suo arrivo a Padova. Un tipo chiuso, schivo. Non voleva avere a che fare con gli altri detenuti, forse per una serie di problemi avuto in passato durante i primi anni di detenzione.

La direzione della Casa di reclusione aveva deciso di accontentarlo e ieri, nella sua solitudine, forse colto dallo sconforto per una “fine pena” lontanissima, Braidic si è ucciso. L’hanno soccorso per primi gli agenti della polizia penitenziaria. Hanno richiesto l’intervento dell’ambulanza ma a medici e infermieri del 118 non è rimasto che constatare il decesso del trentanovenne. Sul posto è stato richiesto anche l’intervento degli investigatori della Squadra mobile di Padova.

A loro spetta il compito di chiarire i contorni della vicenda e di verificare che, effettivamente, non ci sia stato il coinvolgimento di terze persone. Poco dopo la tragedia sono stati informati anche i parenti di Alessandro Braidic che si sono messi subito in auto alla volta di Padova. In questo caso sembra che la tragedia sia maturata a causa di uno stato di depressione personale del detenuto. Con l’avvicinarsi dell’estate, però, si pone il problema della vivibilità all’interno delle celle del carcere Due Palazzi, calde, sovraffollate e spesso invivibili. In questo contesto ci sono altri casi di detenuti che hanno tentato il suicidio.

 

Giostraio suicida in cella, sarebbe uscito nel 2039 (Il Gazzettino)

Fine pena 2039. Ma Alessandro Braidic, 32 anni, giostraio originario di Milano, non sopportava più il carcere. Ieri pomeriggio, si è impiccato in cella usando il cavo del televisore. Aveva un carattere molto introverso, tanto da non riuscire a instaurare un rapporto con gli altri detenuti. Preso dallo sconforto, ha deciso di porre fine alla sue sofferenze. Quando gli agenti del carcere Due Palazzi si sono accorti dell’accaduto ormai era troppo tardi. Braidic aveva accumulato una serie di condanne per reati contro il patrimonio e anche per omicidio colposo: con l’auto aveva investito una persona ed era poi scappato.

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