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Cannabis: la coltivazione rimane reato penale.

Riceviamo e pubblichiamo:

La Corte Costituzionale si è interrogata sul ricorso presentato dagli avvocati Simonetti e Miglio riguardo la depenalizzazione del reato di coltivazione a scopo personale.

Nonostante molte sentenze nell’ultimo periodo abbiano lasciato intendere un cambiamento di rotta , quando si è trattato di mettere tutto nero su bianco la Consulta ha bocciato il ricorso; la stessa Consulta che ha dichiarato incostituzionale la Fini – Giovanardi.

Un’approvazione da parte della Corte Costituzionale avrebbe portato l’inserimento del reato di coltivazione a scopo personale all’interno dell’articolo 75 rendendolo quindi reato amministrativo e non più penale.

Ad oggi la coltivazione in Italia è ancora punita con  la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000 per chi “coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alla tabella I prevista dall’articolo 14”. Si rimane indietro e si continuano a fare gli interessi delle mafie perchè , comprare in strada canapa è reato amministrativo mentre coltivare e realizzare lo stesso prodotto ma, non finanziando le mafie , è reato penale.

Cito e condivido il commento a caldo di un esperto del settore : Avv. Carlo Alberto Zaina

“Eravamo stati purtroppo facili profeti, nel temere che la Consulta difficilmente avrebbe invertito l’impostazione legislativa attualmente vigente, inserendo anche la coltivazione nel noA ridare speranza alla causa con parole chiare e decise è  Benedetto Della Vedova a capo dell’intergruppo vero delle condotte scriminate dal consumo personale. In un momento di avvilimento generale, desidero essere positivo e vedere un futuro favorevole, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza. Nulla è cambiato, sicchè gli ultimi pronunziamenti giurisprudenziali della corte di Cassazione non vengono meno. Rimane sempre la necessità di valutare l’offensività della condotta. In attesa di una legge organica, continueremo la nostra difesa nelle aule di giustizia.”

A ridare speranza alla causa con parole chiare e decise è Benedetto Della Vedova, a capo dell’intergruppo:

“DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA, DIVENTA ANCORA PIÙ URGENTE LEGALIZZARE LA CANNABIS.
Per quanti ritengono che la legalizzazione della cannabis sia una urgente misura di buon senso e di buon governo, la sentenza della Corte Costituzionale non smentisce, ma conferma la necessità di procedere rapidamente alla discussione del disegno di legge – sottoscritto da 290 tra deputati e senatori – oggi all’esame delle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali della Camera.
D’altra parte al di là dei ragionevoli auspici dei ricorrenti rispetto alle decisioni della Consulta, è chiaro che per legalizzare (e non solo depenalizzare) la coltivazione per fini personali della cannabis è necessaria una soluzione legislativa, che può approvare o bocciare solo il Parlamento, non la Corte Costituzionale.”

Oggi lo stato ha chinato il capo alla mafia come la statua della madonna davanti la casa del boss , come ai funerali dei Casamonica , come ogni volta che alziamo la voce ma c’è qualcuno a tapparci la bocca.

Semaccio –

Link di riferimento:  http://www.seiunfattonese.it/la-corte-costituzionale-boccia-il-ricorso-la-coltivazione-rimane-reato-penale/

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