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Il business nascosto del sopravvitto nel carcere di Voghera

Circa un mese fa i detenuti di Voghera hanno inviato un reclamo alla direzione, al magistrato di sorveglianza, al garante nazionale, alla garante provinciale e alla federconsumatori, inerente diverse problematiche strutturali che da anni, ormai, si trascinano senza essere risolte, nonostante le leggi e le ripetute ordinanze del Magistrato di Sorveglianza. Si va dai bagni alla turca “aperti” dei passeggi alle luci delle celle che non si spengono mai, dai generi alimentari in vendita presso il sopravvitto a prezzi raddoppiati ai canali televisivi limitati e tanto altro ancora.

Tra le tante questioni segnalate nel reclamo vorremmo evidenziare quella relativa ai prezzi esorbitanti dei generi alimentari in vendita presso il cd “sopravvitto” dell’amministrazione penitenziaria, la mancanza di controlli sull’origine del prodotto in vendita e la mancata apertura dei canali televisivi pure prevista dal regolamento penitenziario. Molto spesso, infatti, questi aspetti vengono sottovalutati perché si ritengono problemi minori tra quelli che investono il pianeta carcere eppure, in molti casi, avere la possibilità di acquistare alcuni prodotti può essere vitale ma, al tempo stesso, diventa una sorta di privilegio, riservato a pochi, a causa dei prezzi quasi duplicati rispetto ai normali prezzi di mercato così come la possibilità di scegliere un canale televisivo che  viene preclusa perché a Voghera, nell’era della comunicazione, si possono vedere solo pochi canali, contravvenendo al regolamento penitenziario e alle ordinanze del Magistrato di Sorveglianza che ha richiamato più volte la direzione in tal senso senza alcun risultato.

È dal 1 settembre che i detenuti della casa circondariale di Voghera hanno intrapreso uno sciopero pacifico, rifiutandosi di acquistare qualsiasi genere dal sopravvitto con la speranza di riuscire a trovare ascolto. Nelle scorse settimane la garante provinciale ha effettuato una visita nell’istituto proprio per verificare le segnalazioni dei detenuti e sollecitare la direzione ad intervenire tempestivamente dove possibile e di competenza (come ad esempio i prezzi e i canali televisivi) ma, ad oggi, risulta tutto fermo. Invitiamo, pertanto, chi di competenza a voler porre fine ad una situazione di illegalità che sicuramente non favorisce il recupero dei detenuti come da dettato costituzionale.

 Associazione Yairaiha Onlus

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