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Appello: Piena solidarietà ai lavoratori del cementificio di Torah in Egitto! No agli arresti arbitrari! Libertà per i lavoratori!

È prevista per il 18 giugno la prima udienza in appello per i 32 lavoratori arrestati del cementificio di Torah, a sud del Cairo. I lavoratori erano stati condannati a tre anni di carcere a soli quindici giorni dall’arresto a causa di un sit-in pacifico.

Una petizione internazionale è stata lanciata anche dalla piattaforma egyptsolidarityinitiative.org.

Il 22 maggio un sit-in pacifico dei lavoratori dello stabilimento di Torah (a sud del Cairo) è stato attaccato in piena notte dalla polizia. Trentadue lavoratori sono stati arrestati, e tutti condannati a tre anni (il massimo della pena) in un processo a porte chiuse il 3 giugno. Le accuse sono aggressione a pubblico ufficiale, resistenza all’arresto e intralcio alla giustizia.

I lavoratori (addetti alla sicurezza) chiedevano soltanto che fosse rispettata una sentenza del maggio 2016 che obbligava l’azienda a regolarizzare la loro posizione contrattuale. In base ai loro contratti infatti, i lavoratori pur avendo lavorato anche per 15 anni nello stesso stabilimento, non possono godere di pieni diritti (assistenza sanitaria, bonus annuali, ecc). La società (prima Italcementi, oggi in mano alla tedesca HeidelbergCement) si è sempre rifiutata di applicare la sentenza e stabilizzare i lavoratori.

Organizzazioni e sindacati solidali hanno anche denunciato i maltrattamenti fisici e psicologici subiti durante la detenzione dai lavoratori, che non hanno potuto incontrare familiari e colleghi dopo l’arresto.

Il processo e la condanna sono una netta violazione dei trattati internazionali che garantiscono il diritto dei lavoratori a protestare pacificamente. La tortura subita durante il periodo di custodia è un’ulteriore violazione dei più basilari diritti umani.

I firmatari di questa petizione:

  • Chiedono la liberazione dei trentadue arrestati e la sospensione del processo, pesantemente viziato dalla tortura e dai maltrattamenti subiti in detenzione.

  • Chiedono l’accoglimento delle loro rivendicazioni legittime sulla base della sentenza del maggio 2016 che ne riconosce i pieni diritti contrattuali.

  • Chiedono alle istituzioni italiane ed europee di esercitare pressione sulle autorità egiziane affinché venga assicurato il rispetto dei diritti umani per i trentadue lavoratori, e in particolare il diritto ad un giusto processo e il diritto ad essere trattati umanamente.

  • Chiedono alle istituzioni italiane ed europee di fare pressione all’Egitto perché ristabilisca i diritti dei lavoratori, a partire dalla libertà di protestare pacificamente, il diritto allo sciopero, e il diritto a costituirsi in sindacati indipendenti (l’ILO ha di nuovo inserito l’Egitto nella lista nera dei paesi che non hanno una legge sul diritto all’organizzazione sindacale).

No alle torture e agli arresti arbitrari! Libertà per i lavoratori di Torah!

Solidarietà con i lavoratori egiziani – Italia

Per contatti, info e adesioni: solidarietaegitto@gmail.com

prime adesioni:

Arci nazionale; Osservatorio sulla Repressione; European Alternatives; Marco Bersani, Attac Italia; Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS; Sergio Bassoli, Area Politiche Europee ed Internazionali CGIL; Nexus Solidarietà Internazionale Emilia Romagna; Legambiente; Associazione per la Pace Nazionale; Cobas Sky Milano; Comitato delle associazioni per la Pace e i Diritti Umani di Rovereto; Pietro Pertici, per Comitato Esecutivo della Tavolta della Pace e della Cooperazione; Giuseppina Gianfranceschi, Coordinamento per la Pace Umbertide – Montone – Lisciano Niccone; Coordinamento Nord Sud del mondo; Luciana Castellina; Andrea Ricci (impiegato); Renato Di Nicola; Maria Luisa Boccia; Italo Di Sabato, Haidi Giuliani, Alessandra Mecozzi; Domenico Rizzuti; Giorgio Anselmi; Enrico Peyretti; Renata Moretti; Miriam Cariani; Mariapia Pieri; Sandra Cangemi (giornalista); Dafne Anastasi (delegata sindacale)

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