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Acerra: Sgomberato il SOA 28Marzo

All’alba del 20 luglio un nutrito schieramento di forze dell’ordine ha sgomberato lo spazio sociale SOA 28 Marzo di Acerra, alle porte di Napoli.

La struttura occupata anni fa dai movimenti di disoccupati organizzati e a difesa del territorio, negli anni è diventata punto di riferimento per le lotte per il reddito e contro l’inceneritore. Al momento dello sgombero nella struttura erano presenti vari compagni e compagne che abitano lo spazio che sono stati tradotti in commissariato.

Proprio in questi giorni ad Acerra sono in corso numerose iniziative, a cominciare dal presidio al Comune, in merito alla devastante serie di roghi tossici che sta investendo la Campania tutta: dalla zona del Vesuviano fino al rogo del deposito di rifiuti Ilside a Bellona in provincia di Caserta. L’azione repressiva sembra quasi essere una ritorsione rispetto alla rabbia popolare che anche ad Acerra sta crescendo e si sta organizzando attorno al movimento regionale per le bonifiche e lo stop ai roghi. Nelle ore successive allo sgombero si sono tenute varie assemblee pubbliche che hanno deciso per la partecipazione in massa al consiglio comunale che si terrà sabato mattina alle 9.

Acerra è da anni punto di riferimento per i movimenti dei disoccupati e per il reddito in tutta la regione, varie liste di disoccupati, case occupate, spazi sociali, sono il grande patrimonio di lotta e resistenza di una comunità che da sempre è indisponibile ai ricatti del potere e da sempre parla il linguaggio dei conflitti e della dignità, come ai tempi del movimento popolare contro l’istallazione dell’inceneritore regionale. A fronte delle risposte chieste dalle comunità per la difesa del territorio e dai movimenti dei disoccupati per il lavoro e il reddito garantito, l’unica e sola risposta degli enti locali e della regione guidata dallo sceriffo De Luca è la repressione delle lotte sociali. A fronte di un’intera regione che brucia inondando l’aria di veleni da giorni e di una condizione sociale ed economica disastrosa l’attacco alle lotte e agli spazi sociali sembra l’estremo tentativo della classe politica di governare questo disastro ed impedire che le comunità esasperate possano ribellarsi.

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