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Napoli: contestazioni e cariche della polizia all’arrivo di Renzi

Come promesso a giugno durante la kermesse di “Repubblica delle Idee” il premier Renzi si presenta a Napoli alla vigilia di ferragosto. Il programma è top secret. A parte la tappa obbligata di Bagnoli dove deve apporre la firma agli atti che danno il via alla ricostruzione della Città della Scienza per il resto è tutto avvolto dal mistero. I comitati territoriali di Scampia lo hanno invitato e sembra che Renzi abbia accettato l’invito. Invece il suo tour napoletano inizia a sorpresa nella zona orientale della città, nell’ex quartiere industriale di Ponticelli dove visita la Kfora, una fabbrica di elicotteri. Qui non vi è nessuno ad aspettarlo a parte le poche troupe giornalistiche e televisive accreditate.

Discorso completamente diverso invece quando si reca nel quartiere occidentale di Bagnoli. Qui già dal giorno prima i militanti dell’associazione “Una spiaggia per tutti” hanno occupato le impalcature della Città della Scienza ed esposto striscioni che invitano il premier a starsene a casa perché gli atti che dovrebbe formalizzare non possono che portare nuove truffe e speculazioni a danno della collettività. Vedi gli stanziamenti (40 milioni di euro) destinati all’associazione Idis, distintasi in questi anni per spreco sistematico di denaro pubblico e per rappresentare un contenitore di inefficienze e clientelismi. Così all’arrivo del premier è necessario blindare completamente via Coroglio dove è ubicato l’ingresso della Città della Scienza. Da un lato gli attivisti dell’associazione Terra dei fuochi che lo accolgono con lo striscione “Renzi come Schettino” e dall’altro i ragazzi del centro sociale locale Iskra da anni impegnati nella lotta per la bonifica del territorio. E’ qui che Renzi trova i contestatori più accaniti anche se vengono tenuti lontanissimi dai luoghi dell’evento con cordoni di polizia, carabinieri e guardia di finanza che inibiscono qualsiasi accesso alla strada. Così il centinaio di ragazzi presenti (quasi tutti di Bagnoli ) decidono di manifestare per le strade del quartiere. Le reazioni della comunità al corteo improvvisato sono sostanzialmente buone, applausi dalle finestre e incoraggiamenti. D’altronde quelli che sfilano sono tutti figli di questi luoghi.

Si sprecano le battute e gli sfottò sulle strade del quartiere improvvisamente ripulite a dovere per la visita del premier dopo giorni di sporcizia non raccolta. I netturbini sono tutti in divisa d’ordinanza, cosa rara a vedersi. Gli slogan lanciati dal megafono e urlati con forza chiedono la bonifica del territorio e delle spiagge adiacenti, denunciano le promesse mai mantenute in questi anni dai vari governi in carica e, immancabile, echeggia il coro che da anni accompagna le lotte dei comitati ambientalisti e territoriali: “voi assassini in giacca e cravatta”.

Non mancano attimi di tensione quando un dirigente della Digos si lancia letteralmente contro un gruppo di ragazzi, aggredendoli. Parte così una carica di media intensità e si vedono alti i manganelli a colpire teste e corpi. Interrogato il dirigente per chiedergli spiegazioni del perché di quel comportamento violento contro i manifestanti il funzionario risponde così: “era già la terza volta che mi chiamavano omm ‘e merda”. Insomma l’ennesima delirante gestione dell’ordine pubblico a Napoli contro manifestazioni organizzate da componenti giovanili e antagoniste. Qualcosa di simile era successo a giugno a Piazza Trieste e Trento, sempre in occasione della visita del premier. All’epoca un elettrizzato dirigente della Questura napoletana occupava il suo tempo insultando, minacciando e provocando i contestatori. 

Il corteo ritorna poi al punto di partenza in Piazza Bagnoli e qui di fronte a uno spropositato cordone di carabinieri continua la contestazione in forma di presidio.

Ivan Trocchia da contropiano

 

 

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