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Intervista a Erri De Luca processato per essere un convinto oppositore della Tav.

Attenzione, preoccupazione e solidarietà in questi giorni per Erri De Luca, da parte di attivisti, lettori, operatori culturali e tutti coloro che come lo scrittore si sono sempre dichiarati contro la Tav. Siamo infatti tutti in attesa del 5 giugno quando, presso il Tribunale di Torino, si terrà l’udienza preliminare del processo allo scrittore.
Ripercorriamo in breve i passaggi salienti della vicenda che ha come protagonista Erri De Luca sulla questione Tav e che ha portato lo stesso scrittore a ricevere una denuncia. Poi lasceremo spazio a un’intervista che oggi ci ha concesso con la sua solita e impeccabile disponibilità.

E’ stato proprio De Luca a Ottobre 2013 ad aver dichiarato: “Un intellettuale deve essere coerente e mettere in pratica ciò che sostiene, per questo anch’io ho partecipato a forme di sabotaggio in Val di Susa”. Di lì a poco è arrivata la denuncia della Lyon-Turin ferroviaire (Ltf), la società che dovrebbe realizzare la tratta comune della linea a alta velocità Torino-Lione. Ed è stata proprio la procura di Torino ad aprire un fascicolo contro lo scrittore Erri De Luca.

Alberto Mittone, avvocato della società francese, a suo tempo ha dichiarato: “Riteniamo che De Luca abbia quantomeno istigato a commettere sabotaggi”. Lo scrittore in questione ha subito tenuto a precisare: “Il termine sabotaggio fa parte di una lunghissima tradizione di lotte del movimento operaio e sindacale – ha spiegato – Ho fatto una constatazione: in una valle che vive uno stato d’assedio e militarizzata per difendere un’opera inutile e dannosa, e dove non ci sono altri modi per farsi ascoltare, si ricorre al sabotaggio. Io non uso le parole a caso. Le parole hanno un peso”.

“Da scrittore – ha poi dichiarato – essere denunciato per aver espresso pubblicamente le mie convinzioni, rappresenta un riconoscimento, una sorta di premio letterario. Si tratta di un procedimento che ribadisce la giustezza delle mie convinzioni”.

Intervista a Erri De Luca

Il 5 giugno presso il Tribunale di Torino si terrà l’udienza preliminare del processo per istigazione al sabotaggio in merito alla questione Tav di cui già ne avevamo parlato insieme (collego intervista passata). Di recente hai dichiarato, in merito: “Se mi condannano per istigazione alla violenza non farò ricorso in appello. Se dovrò farmi la galera per avere espresso una opinione, allora la farò”. Mancano pochi giorni al 5, cos’altro vuoi/puoi aggiungere…

La piazza è il luogo della democrazia quanto lo è un’ assemblea. Il diritto di manifestare non è revocabile né trattabile. Da noi si torna a praticare repressione di movimenti di massa che interferiscono con lo spreco di denaro pubblico. Questa opposizione non è ammessa dall’intreccio di politica e affari, di appalti truccati e gonfiamento di costi. Da qui la repressione che ha una catena di comando unificante tra polizia, magistratura, prigione. A Torino per la repressione della NOTAV in Val di Susa si è costituita per la prima volta, dopo gli anni ’70 e ’80, questa macchina repressiva. La differenza è che in quegli anni un ceto intellettuale e artistico si schierava aperta e militante con le lotte pubbliche, mentre oggi è inerte come un surgelato.

In Italia vige la repressione e si vuole ammutolire il dissenso. lo racconta quanto è accaduto a te e lo conferma quanto sta accadendo ai movimenti per il dirtto alla casa: gli arresti dei leader, di nuovo ai domiciliari dal 22 maggio, non fanno che confermare questa pratica che vuole mettere a tacere l’opposizione. La piazza resta ancora l’unica forma di protesta per dare voce alle lotte dei cittadini?

Non è la piazza a stare dalla mia parte, ma io dalla parte di qualche buona piazza e delle sue ragioni. Il sostegno spontaneo del 4 giugno va alla lotta della Val di Susa, della quale la mia incriminazione è un piccolo episodio, ma utile a dimostrare il livello di intransigenza della macchina di affari che governa la vita pubblica.

Siamo in un momento politico in cui per la sinistra, chi lo sa, speriamo anche italiana!, si intravede della speranza. Il superamento dello sbarramento da parte della lista Tsipras e la sua entrata dunque nel parlamento europeo, chiarisce la volontà, di una parte della sinistra italiana di voler andare verso un’unità. Si tratta di un percorso che fino ad oggi non è stato possibile praticare. Come giudichi questo momento politico? nonostante la spaccatura di Sel di cui si sta già parlando.

Intanto mi fa piacere che gli italiani siano diventati insondabili e che mentiscano ai sondaggi. Questo strumento che sostituisce la politica, il sondaggio appunto, deve essere sabotato. Le elezioni europee non significano granché, non coinvolgono gli interessi locali che sono quelli che maggiormente formano pacchetti di voti. Inoltre, più che quello che succede nella sinistra, mi interessa la disarticolazione della destra.

 

da controlacrisi.org

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