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Arresti contro attivisti dei movimenti per la casa e precari a Roma e Napoli

Sono scattati questa mattina all’alba gli arresti operati dalla Digos contro compagni molto noti nei movimenti sociali e per il diritto all’abitare. Dalle prima notizie raccolte risultano agli arresti Paolo Di Vetta, Luca Fagiano e altri attivisti. Gli arresti sono motivati dagli scontri e le tensioni il 31 ottobre scorso in via del Tritone durante l’assedio alla Conferenza Stato- Regioni sul tema dellemergenza casa strappata proprio dalle mobilitazioni del 18 e 19 ottobre e dalla tendopoli sotto il ministero delle infrastrutture.

La messa in agenda della moratoria sugli sfratti e dell’emergenza abitativa nella Conferenza Stato-Regioni del 31 ottobre, aveva visto i movimenti di lotta per la casa mobilitarsi a ridosso del palazzo di via della Stamperia che ospitava la riunione e avanzare la richiesta che una delegazione potesse partecipare alla discussione. Un incontro tra i movimenti e il ministro Lupi era stato strappato dieci giorni prima sulla base della crescente emergenza abitativa dilagante in moltissime città italiane e delle manifestazioni popolari del 18 e 19 ottobre. Il governo aveva limitato la sua risposta a misure irrisorie e i movimenti sociali avevano scelto di far pesare la propria piattaforma dentro le priorità della discussione. Ma il 31  ottobre un forte schieramento di polizia aveva blindato le strade di accesso alla Conferenza. I manifestanti avevano cercato di forzare il blocco facendo pressione. Ne nacquero dei tafferugli senza particolare gravità ma la magistratura su segnalazione della Digos aveva aperto un procedimento contro gli attivisti più noti. Questa mattina sono scattati gli arresti.

Arresti anche a Napoli, a dimostrazione di una decisione politica del governo di “dare un segnale” – negativo e repreessivo – verso i movimenti di lotta.

Mandato d’arresto domiciliare, al momento, per almeno 10 disoccupati del movimento Precari Bros. Per altri  25 sarebbe stato disposto l’obbligo di non allontanarsi dal comune di dimora abituale.

I provvedimenti cautelari sono stati adottati dal gip di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica, addirittura con l’ipotesi di “partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro l’incolumità pubblica, l’ordine pubblico e pubblica amministrazione”. Se non fosse ridicolo sarebbe divertente: se sei disoccupato e prendi iniziative per ottenere lavoro e/o reddito, naturalmente, non puoi farlo da solo; se “ti associ” con altri nelle stesse condizioni, sei “un’associazione a delinquere”; se la polizia viene a sgomberarti casa o il presidio, allora vuoi “attentare all’incolumità pubblica”….

L’inchiesta riguarda “azioni delittuose” (e daje…) messe in atto per ottenere trattamenti privilegiati nell’assegnazione di risorse pubbliche per l’erogazione di contributi, la concessione di sussidi e l’avvio al lavoro. Il delirio logico giuridico ci sembra evidente: la gente che si mobilita e protesta chiede qualcosa, come avviene da milleni. Quel qualcosa, nella testa dei magistrati inquirenti. viene equiparato al frutto di una “mezza estorsione”.

La notizia è piombata sui manifestanti che stamattina erano già in piazza del Gesù per motivi, come si dice, “vertenziali”. Il corteo a quel punto ha cominciato a muoversi in direzione della Questura.

A breve altri aggiornamenti.

da contropiano

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