Menu

26 settembre 1970 – Ferentino (Frosinone)

anpi-i-ragazzi-della-baracca

Quattro ragazzi calabresi aderenti a gruppi anarchici (Giovanni Aricò, Angelo Casile, Luigi Lo Celso, Franco Scordo) e la loro amica tedesca Annelise Borth muoiono in uno “strano” incidente stradale

Quei cinque giovani anarchici avevano capito e avevano trovato le prove: non era stato un incidente ma un attentato. I sei morti, i cinquantaquattro feriti, non potevano essere considerati vittime della fatiscenza delle strade ferrate del Sud o dell’ imperizia di alcuni ferrovieri come allora dicevano tutti, compresi i magistrati.

Il 22 luglio del 1970, nei pressi di Gioia Tauro, all’ inizio della rivolta del “Boia chi molla” e meno di un anno dopo la strage di piazza Fontana, era stata compiuta una strage. Avevano capito tutto Gianni Aricò, Angelo Casile, Franco Scordo, Luigi Lo Celso e Annalise Borth, età media 22 anni.

E quella sera del 26 settembre del 1970, poco più di due mesi dopo l’ attentato, andavano a Roma con la Mini Minor carica di documenti. Li attendevano i compagni anarchici della capitale, li aspettava l’ avvocato Edoardo Di Giovanni, uno che di controinformazione se ne intendeva essendo stato tra i curatori della ‘ Strage di Stato’ , la storica controinchiesta sull’ attentato di Milano.Sono da poco passate le 23, Roma è ad appena cinquantotto chilometri.

In quel tratto, che attraversa il territorio comunale di Ferentino, in provincia di Frosinone, la strada è “rettilinea, bitumata, asciutta e in salita”, e quella sera – come ancora precisa il rapporto della polizia stradale – il tempo è “sereno”, la visibilità “buona”, il traffico “normale”. L’ autista dell’ autotreno carico di barattoli di conserva, dirà solo di aver sentito un boato proveniente dal retro del camion.

Casile, Scordo e Lo Celso – seduti nel sedile posteriore – muoiono sul colpo. Aricò, che si trovava alla guida, ventiquattro ore dopo. Sua moglie Annalise Borth, diciannovenne tedesca di Amburgo, alla fine di un’ agonia durata venti giorni. Il caso viene archiviato nel gennaio del 1971. Una disgrazia, dicono i giudici di Frosinone, causata da un mix tra alta velocità e giovane età. Come se i cinque fossero usciti sbronzi da una discoteca.

Una strage organizzata per coprirne un’ altra.

Questa è una storia lunga, lunghissima, quasi incompatibile con la tenuta della memoria nazionale. Converrà fissarne le date. L’ “incidente” del treno di Gioia Tauro avviene il 22 luglio del 1970: otto giorni prima a Reggio Calabria è scoppiata la rivolta contro la decisione di attribuire a Catanzaro lo status di capoluogo di regione.

L’ “incidente” di Ferentino è di poco più di due mesi dopo. Rapidamente entrambe le vicende vengono archiviate dalla magistratura e anche dalla stampa. Passano ventitré anni. Nel 1993, durante l’ inchiesta milanese sull’ eversione nera, due esponenti della ‘ ndrangheta, Giacomo Lauro e Carmine Dominici, raccontano al giudice istruttore Guido Salvini l’ alleanza tra criminalità tradizionale calabrese e neofascisti negli anni ‘ 70.

E rivelano che il deragliamento dei vagoni di coda della Freccia del Sud era stato provocato da una carica di esplosivo sistemata sui binari. Fanno i nomi degli esecutori materiali (tutti nel frattempo deceduti) e, in modo generico, dicono che i mandanti vanno cercati in quegli stessi ambienti dell’ estrema destra che, attorno allo slogan, “Boia chi molla”, avevano egemonizzato la rivolta.

La notizia della collaborazione di Lauro e Dominici filtra e, il 26 marzo del 1994, si presenta spontaneamente al giudice Salvini il professor Antonio Perna, docente di sociologia economica al’ Università di Messina e cugino di Gianni Aricò. Perna parla della controinchiesta condotta dai cinque anarchici, finalmente può esprimere davanti a un magistrato una convinzione che, tra i familiari, ha la forza di una certezza: Gianni, la moglie Annalise e gli altri tre compagni furono uccisi proprio perché avevano capito immediatamente quello che i pentiti hanno rivelato solo dopo ventitré anni. I cinque ragazzi anarchici stavano portando a Roma documenti dai quali risultava che a Gioia Tauro era stato compiuto un attentato.

 

Comments ( 1 )

Leave a Reply to Ile Click here to cancel reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>