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26 marzo 1975 – Approvata la legge Reale

Il governo riformula e approva il pacchetto sull’ordine pubblico conosciuto come ‘legge Reale’ dal nome del suo presentatore.

La nuova legge nega la libertà provvisoria nei casi in cui è obbligatoria la emissione del mandato di cattura, vanificando così la c.d. ‘legge Valpreda’, estende il fermo di polizia giudiziaria al di fuori dei casi di flagranza, se vi è sospetto di fuga e la sussistenza di ‘sufficienti indizi’ di un delitto punito con pena non inferiore ai 6 anni, amplia la ‘legge Scelba’ sulla repressione dei movimenti di destra e la normativa antimafia, prevede la identificazione e perquisizione di ‘persone sospette’ presso edifici pubblici o impianti di comunicazione e trasporto, la espulsione degli stranieri non in grado di dimostrare la ‘sufficienza e liceità delle fonti del loro sostentamento’, aumenta le pene per ‘resistenza’ alle forze di polizia, afferma la competenza delle Corti d’appello per reati commessi da appartenenti alle forze dell’ordine.

Sul nuovo ‘pacchetto’ voluto dalla Dc, il Psi, pur abbandonando la opposizione intransigente, mantiene tuttavia il diniego sulla normativa che prevede perquisizioni e l’arresto obbligatorio per i reati di cosiddetta violenza e resistenza alla forza pubblica. La commissione Giustizia, in sede legislativa, ha intanto approvato il disegno parallelo sul controllo delle armi, che introduce una sostanziale parificazione fra armi proprie e improprie.

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