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1 Maggio: Scontri, cariche e arresti a Parigi e Istanbul

Scontri a Parigi tra polizia e manifestanti, sul percorso della manifestazione sindacale per il Primo Maggio. A Istanbul la polizia ha bloccato la manifestazione verso piazza Taksim.

Scontri a Parigi tra polizia e manifestanti, sul percorso della manifestazione sindacale per il Primo Maggio. I primi scontri sono avvenuti in testa al corteo tra Place de la République e la Bastiglia. Secondo i quotidiani parigini online ci sarebbero almeno quattro poliziotti feriti., ma il ministro degli Interni parla di sei agenti feriti. Ci sono stati numerosi lanci di bottiglie incendiarie e moltissimi lacrimogeni lanciati dalla polizia.  Gli scontri sono ripresi più tardi nei pressi di Place de la Nation, dove si sta concludendo la manifestazione sindacale. Ci sarebbero quattro arrestati tra i manifestanti.

I sindacati più conflittuali come CGT, FSU, Solidaires e Force Ouvriere hanno manifestato in corteo da Place de la Repubblique a quella Place de la Naciòn chiedendo di  farla finita “con i diktat anti-sociali che diventano terreno fertile per l’estrema destra. Le prima tre organizzazioni sindacali hanno fatto appello a “bloccare” Marine Le Pen,  ma non hanno invitato apertamente a votare per Macron. Force Ouvrière si è astenuta dal dare indicazione di voto, fedele alla sua tradizione di indipendenza dai partiti politici. Alla manifestazione hanno partecipato 30.000 persone secondo la polizia, 80.000 secondo la CGT.

Secondo Le Monde, gli scontri sono iniziati a metà pomeriggio in testa al corteo dove i gruppi antagonisti si erano collocati con una sorta di manifestazione che precedeva quella ufficiale. La polizia è intervenuta per separarli dal resto del corteo . Sui poliziotti sono piovuti sassi e  molotov, mentre la polizia ha sparato abbondantemente gas lacrimogeni .

Parigi-scontri-534x300In tarda mattinata, gli altri sindacati, quelli più governativi come Cfdt e Unsa, avevano manifestato nel 19 ° arrondissement di Parigi, chiamando a votare per Emmanuel Macron.

In Francia incombe la campagna elettorale con il ballottaggio di domenica prossima. La leader della destra nazionalista Marine Le Pen ha tenuto un comizio a Villepinte, alle porte di Parigi, davanti a 20mila militanti del Front National. Poche ore dopo il candidato della destra liberista Macron ha tenuto il suo comizio alla Villette, a Parigi.

Gli ultimi sondaggi danno Macron in vantaggio: secondo un’inchiesta pubblicata da Le Figaro, il candidato della destra liberista otterrebbe domenica il 61% dei voti (+1%), mentre quella della destra nazionalista il 39% (-1%). (da contropiano)

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Sono 165 le persone fermate a Istanbul in diverse parti della città in occasione dei cortei del primo maggio. Lo riferisce la polizia locale. In un primo momento il governatore di Istanbul aveva riferito del fermo di 207 persone. Secondo la polizia, i 165 sono stati fermati perlopiù per manifestazioni senza autorizzazione. La polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere un gruppo di manifestanti: i dimostranti si trovavano nel quartiere di Mecidiyekoy e stavano provando ad andare in direzione di piazza Taksim, dichiarata off-limits per le manifestazioni, mentre intonavano lo slogan ‘Piazza Taksim è nostra e resterà nostra’. Lo riferisce a Reuters un testimone. In un primo momento l’emittente Ntv aveva riferito dell’arresto di circa 70 persone.

istanbulTra i fermati, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Dogan, due dimostranti che erano riusciti a raggiungere piazza Taksim, diventata nel 2013 simbolo delle proteste anti Erdogan per settimane. Nel quartiere Besiktas, dove due anni fa la polizia usò cannoni ad acqua contro i manifestanti del corteo del 1 maggio che lanciavano sassi contro gli agenti, decine di persone sono state fermate perché anche in quel caso hanno provato a dirigersi verso Taksim. In città c’è un grande dispiegamento di polizia, anche con elicotteri che controllano le strade dall’alto. Le tensioni sono particolarmente alte nel Paese dopo che il 16 aprile ha vinto il sì nel referendum voluto dal presidente Recep Tayyp Erdogan per la riforma costituzionale che attribuisce maggiori poteri al capo di Stato.

Poco prima di queste notizie l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Raad al-Hussein, ha denunciato “il clima di terrore” in Turchia, dove si susseguono migliaia di arresti ed epurazioni a dieci mesi dal fallito golpe contro il presidente. “È molto improbabile che le sospensioni e gli arresti rispetteranno gli standard legali”, ha poi sottolineato al-Hussein, nel corso di un briefing a Ginevra, commentando le epurazioni di poliziotti, dipendenti statali e magistrati. E, sull’arresto dei giornalisti, ha detto: “Il giornalismo non è un crimine in Turchia, è una questione a cui il governo deve prestare grande attenzione”. (da il fatto quotidiano)

In totale sono 2.638 le persone arrestate in Turchia nelle operazioni cosiddette antiterrorismo nell’ultima settimana. Gran parte dei sospetti (2.331) è accusata di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, contro cui Ankara ha ulteriormente rafforzato la stretta dopo il referendum. Altri 238 sono finiti in manette in 579 blitz contro presunti affiliati al Pkk, durante le quali sono anche stati uccisi 38 persone. Solo  tre giorni fa 484 accademici hanno perso il lavoro, licenziati in seguito a un decreto legge  approvato in seguito al referendum.

La cronaca di quanto accaduto Radio Onda d’Urto ha sentito il giornalista Murat Cinar, con lui parliamo anche della situazione economica della Turchia (che vede un aumento dell’inflazione, della disoccupazione) e della lotta dei lavoratori soprattutto in tre settori: edilizia, metalmeccanici e del turismoAscolta o scarica  

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